LA RAGAZZA CHE SALUTAVA LE NAVI
di Lucio Rocco con la collaborazione di Giulia Faessler
La stagione più bella per visitare Savannah è la primavera. La temperatura è tiepida e l’aria profuma di azalee e di gelsomino. Si può passeggiare tranquillamente lungo le sue strade squadrate che costeggiano piccoli parchi, ognuno dei quali custodisce una statua, un monumento, una targa, un pezzetto di storia insomma, una di quelle cose che rendono una città una comunità in cammino verso il futuro.
Quanto siamo lontani da Savannah! E quanto è lontana dal nostro vivere quotidiano la storia che ci apprestiamo a raccontare, una storia d’altri tempi, di quando ancora c’era chi metteva la propria vita a disposizione degli altri senza aspettarsi nulla in cambio, tempi in cui amare i propri simili era la regola e non l’eccezione.
Ci sono tanti giovani a Savannah, per le strade si respira il profumo dell’arte. Qui c’è una delle Università d’Arte più importanti degli Stati Uniti, il Savannah College of Art and Design, fondato nel 1978, che vede ogni anno arrivare migliaia di studenti da ogni angolo degli Stati Uniti e del mondo, cosa che fa di questa una delle città più internazionali degli Stati Uniti.
La città fu fondata nel 1733 e prende il nome dal fiume Savannah, un fiume in gran parte navigabile; il suo porto, distante ben 32 Km dall’Oceano e situato su un canale del fiume, è uno dei più importanti degli Stati Uniti. Il fiume segna il confine tra il South Carolina e la Georgia.
Ci sono tre isole tra la foce del fiume ed il porto di Savannah. La prima e l’ultima, a partire dall’Oceano Atlantico, sono l’isola di Cockspur e l’isola d’Elba, e sono quelle in cui si svolge la nostra storia. Al fiume Savannah è legata infatti la vicenda che vogliamo raccontare, una storia di amore e di fedeltà, come tutte le storie in cui un collie è protagonista o anche solo comprimario, come in questo caso.
Passeggiando lungo la riva del fiume Savannah, attraverso la East River Street, si arriva al Morrell Park, un piccolo, delizioso parco che arreda il lungofiume, e ci si imbatte, quasi d’improvviso, nella statua di bronzo che in tutto il mondo è nota come “THE WAVING GIRL”, eretta in onore di Florence Martus, una donna la cui vita singolare ha testimoniato la sua fedeltà ed il suo amore per gli esseri umani. Insieme con lei è rappresentato uno dei suoi fedeli collie, i cani che lei amava e che per tutta la vita le fecero compagnia. Figlia di un veterano della Guerra Civile, emigrato negli Stati Uniti dalla Germania, era nata il 7 agosto del 1868 sull’isola di Cockspur, dove suo padre era il guardiano del faro; poi, alla morte del padre, andò a vivere con il fratello George che aveva assunto il medesimo incarico sull’isola d’Elba.
Non dovevano esserci molte distrazioni sulla piccola isola, così un po’ alla volta Florence cominciò ad interessarsi al passaggio delle navi, unico momento di distrazione, e, pian piano, prese l’abitudine di salutare, sventolando un fazzoletto, il passaggio di ogni nave in entrata o in uscita dal porto di Savannah.
Né si limitò a farlo solo di giorno. Sempre accompagnata da uno dei suoi collie, che ormai avevano imparato ad avvertirla dell’avvicinarsi di ogni nave, anche di notte dava il suo benvenuto, o il suo arrivederci, agitando una lanterna. Florence era una donna allegra, timida e semplice, magra e bionda, con un animo gentile e generoso. Una persona molto piacevole i cui unici interessi erano, oltre al faro, il giardinaggio, la lettura ed i suoi amati collie.
In breve tempo, la storia della ragazza che sventolava il fazzoletto, si diffuse, col chiacchiericcio dei marinai, in tutti i porti del mondo.
Ma si sa, i marinai hanno fama di essere grandi amanti e grandi bugiardi, così, passando di bocca in bocca la storia della donna che sventolava il fazzoletto si arricchì e si colorì, divenendo presto una storia d’amore.
Allora, nelle taverne di ogni porto del mondo, da Rotterdam a New Orleans, da Amburgo a New York, da Anversa a Los Angeles, da Tokio a Brisbane, davanti al suo boccale di birra, ogni marinaio che ne parlò aggiunse qualcosa di suo alla storia di Florence Martus, così che essa assunse presto contorni romantici e divenne il racconto di una ragazza che un giorno aveva incontrato un bell’Ufficiale di Marina e se ne era innamorata. Il dovere, però, aveva portato il bel marinaio lontano da Savannah, così la sua nave era salpata, e i due innamorati si erano lasciati con un arrivederci e la promessa di amore eterno.
E’ noto, però, che delle promesse dei marinai son stracolmi i porti di ogni angolo del mondo ed il bell’Ufficiale non era più tornato. Erano passati i mesi e poi gli anni e di lui Florence non aveva saputo più nulla. Mentre continuava ad aspettarlo, con la segreta speranza che ogni nave in arrivo le portasse sue notizie, aveva cominciato ad accogliere con lo sventolio del suo fazzoletto ogni nave di passaggio.
Qualunque ne fosse la ragione, però, Florence Martus era sempre lì, giorno e notte, estate e inverno, con il sole o con la pioggia. Accoglieva col suo sventolare gioioso ogni marinaio, ogni capitano ed ogni passeggero delle navi che passavano davanti al suo faro. Ed ogni nave ormai le rispondeva con tre gioiosi squilli di sirena. Così accadde per 44 lunghi anni! Lei era sempre lì, sempre insieme ad uno dei suoi fedeli collie che condividevano la sua missione avvertendola dell’avvicinarsi di ogni nave.
Dal 1887 al 1931 la sua vita fu vissuta in quel faro sull’isola d’Elba e per 44 anni non passò nave che non ricevesse il suo saluto.
Nessuno ha mai saputo se Florence custodisse dentro di sé una segreta storia d’amore. Forse la sua timidezza e la sua riservatezza le impedivano di svelare la vera ragione per cui facesse tutto questo, ma la ragione “ufficiale” la rivelò ella stessa in un’intervista rilasciata molti anni più tardi:
"Lo faccio” – disse - "perché sono miei amici, quasi gli unici amici che ho. Mi piace vederli andare e venire, e quando vanno prego sempre per un loro ritorno sicuro".
Ma il tempo passava inesorabile e così, nel 1931, suo fratello andò in pensione, e Florence lasciò con lui il faro in cui era invecchiata per tornare nella natia isola di Cockspur.
Riprendere la vita in quel luogo non fu facile: "E' come sradicare una grande quercia e cercare di farla attecchire in un altro posto", disse malinconicamente.
Quando Florence compì settant’anni, il Propeller Club di Savannah volle festeggiare la silenziosa e leggiadra donnina che aveva salutato, sventolando il suo fazzoletto, ogni marinaio di passaggio per tanti lunghi anni, rendendo il viaggio di quegli uomini meno solitario. Molti le inviarono piccoli regali, a testimonianza della loro riconoscenza. L’arzilla signora di 70 anni fu invitata a tenere un discorso, ma era troppo commossa per dire qualcosa. In seguito, però, scrisse una lettera al presidente del Club, George Dutton, in cui affermava "E’ stato il giorno più splendido della mia vita!”
Si stima che la “Waving Girl” abbia salutato il passaggio di almeno 100.000 navi nei suoi 44 anni di amichevole sventolio. Difficile calcolare a quanti marinai e a quanti passeggeri abbia regalato un sorriso!
Poi, toccò anche a Florence Martus di “prendere il largo”, come qualcuno scrisse annunciando la sua morte avvenuta l'8 febbraio del 1943 a causa di una broncopolmonite. Fu sepolta nel Laurel Grove Cemetery di Savannah, insieme a suo fratello. Sulla sua lapide si legge: “In memoria della ragazza che sventolava il fazzoletto e di suo fratello, guardiani del faro sull’isola d’Elba, Fiume Savannah, per 35 anni”.
Alla notizia della sua morte le navi del porto di Savannah abbassarono a mezz'asta le loro bandiere.
Passarono gli anni, ma la gente di Savannah non dimenticò mai la “ragazza che sventolava il suo fazzoletto”, così, nel 1971, i suoi concittadini vollero ricordarla con gratitudine con una statua di bronzo posta di fronte al suo mare, nel luogo dal quale ancora poteva veder passare le sue navi.
Lo scultore Felix De Weldon fu incaricato dell’opera e la statua di Terence, insieme al suo fedele collie, fu sistemata in mezzo ai fiori lungo la Savannah River Street.
Nell’'iscrizione si legge:
"Per 44 anni, Florence Martus (1868-1943) visse sulla vicina Isola d'Elba con il fratello, guardiano del faro, e nessuna nave è arrivata a Savannah o ne è partita tra il 1887 ed il 1931 senza che lei abbia sventolato un fazzoletto di giorno o agitato una lanterna di notte.
Durante tutti quegli anni, i vascelli di passaggio hanno visto il saluto di questa tranquilla, piccola donna. Poche persone l’avevano incontrata, ma lei diventò la fonte di leggende romantiche quando la storia dei suoi saluti devoti fu raccontata nei porti di tutto il mondo. Dopo il suo ritiro il Propeller Club di Savannah, in onore del suo settantesimo compleanno, organizzò una celebrazione sull’isola di Cockspur. Alla nave Liberty, costruita a Savannah nel 1943, fu dato il suo nome".
Non si seppe mai se la storia dell’affascinante ufficiale fosse vera. Certo, non tornò mai più. Ma Florence non smise mai di aspettarlo, come aspettava ogni marinaio che usciva dal porto di Savannah, pregando per il suo ritorno